mercoledì 27 ottobre 2010

La scomparsa di Pino (uno)

Io sono uno che mio zio si chiama Pino.

Per lesattezza, lo zio si chiama PinoTeresa, figlio della Teresa, che lan chiamato così per non confonderlo collaltro zio Pino, PinoRosina, figlio della Rosina. Ma comunque non è zio Pino che qui voglio narrare, sicché questincipit è da rifare.

Dunque, portate pazienza, rifo.

La domenica 24, di pomeriggio, cuor leggero vo al cimitero. Son lìmpalato appresso la tomba del mio caro papà e della non conosciuta nonna mia e guardo intorno.

Subitaneo un lieve spaesamento macchiappa. Checcè che non quadra? mi chiede la voce nella cucurbita malata. Che è sto senso destraniamento? insiste la voce nella cucurbita malata.

Guardo intorno, tuttaposto sembra. Tuttaposto. Tuttaposto uncazzo!

An tagliato il Pino!

Il Pino! lan segato!

Il Pino! che per rispetto dei morti quasi morto pure lui era da anni secco scuro incombente colle lunghe dita senzalinfa sul monumento numero centotrentanove il Pino! scheletro inattesa di passare a miglior caminetto.

Tiè! gli sputo contento allassente tan troncato finalmente portato via afar trucioli pellet segatura ah! godo! sì che godo! eccome godo, Pino! dei miei coglioni! Tiè!

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