domenica 9 ottobre 2005

Mordecai e fuggi.

“E che lavoro fa uno scrittore?” gli chiese due volte Jacob Due-Due.
“Be’, ecco,” rispose il suo papà, sedendosi alla scrivania e prendendolo in braccio “diciamo che in un certo senso io sono un esperto di magie”.
“Sul serio? Sul serio?”
“Conta quante lettere ci sono sulla macchina da scrivere, Jacob”.
Ce n’erano ventisei.
“Tutte le mattine,” gli disse il suo papà “io vengo qui, lancio in aria queste lettere e quando ricadono le sistemo in maniera tale che alla fine abbiamo sempre abbastanza soldi per comprare panini, sci, gelati, rose rosse per la mamma e, se ci scappa, anche una bottiglia di whisky come si deve per me, il vostro devoto, affezionatissimo e impareggiabile papino”.

Da: Mordecai Richler, Jacob Due-Due agente segreto, trad. di Claudia Valeria Letizia, Milano, Adelphi, 2005.

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