sabato 24 settembre 2005

Una nuova professione

Recentemente ho avuto a che fare con l’Inpdap (Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica) per il disbrigo di pratiche relative a mio padre. Mi ha stupito l’efficienza (e gentilezza) del sistema che in un paio di mesi ha risolto il caso (salvo imprevisti imprevisti). Ho infine scoperto il segreto di tanta rapidità.

All’interno dell’Inpdap esiste un professionista, in carne e ossa, che fa il Facilitatore di Processo. Me lo sono immaginato, costui o costei, nell’espletamento della sua funzione facilitatoria nei confronti dei colleghi ciondoloni: “Allora, la pratica Fossati a che punto è?”; “Basta fumare, sotto a lavorare”; “Entro le 17.01 voglio la pratica Fossati timbrata sulla mia scrivania”; ”Su’, chiuda quel Playboy e apra il faldone”; “Fossati Alberto è nato a Monza non a Ponza, stupido!” E così via.

Così a caldo, mi viene da proporre l’estensione del Facilitatore di Processo anche in ambiti non burocratici ma ugualmente complicati come i rapporti sentimentali/amorosi, la ricerca delle verità, le crisi esistenziali, la formazione delle identità e la coda consueta alla salumeria Stuzzicagnolo di Viale Romagna.

3 commenti:

marcella aka milo ha detto...

Il Facilitatore di Processo suona un pochino minaccioso (echi di Brasil di Gillian) ma approvo in pieno il suo impiego in tutti gli ambiti della mia vita - a pensarci bene non ne trovo uno che non potrebbe trarne grandi vantaggi. Ma si troveranno sulle paginegialle?

marco fossati ha detto...

Ho già controllato: non si trovano.

Anonimo ha detto...

scusa ma non riesco a capire se parli sul serio... o se si tratta di pura ironia...

grazie qualora vorrai soddisfare questa mia curiosità... :-)