venerdì 22 luglio 2005

Il lemma, il dramma

E’ il caso che mi ha fatto scoprire una lieve ma significativa anomalia.
Sapete, quelle piccole disfunzioni che possono far saltare un ben oliato sistema o un rapporto che si pensava eterno.

In breve. Stavo cercando il lemma “apparecchiare” nello Zingarelli 2003 quando con pungente sorpresa constato che al posto della parola c’è… il vuoto: il nulla. Guardo meglio perché porto gli occhiali e sto invecchiando: forse mi è sfuggito. Invece “apparecchiare” non c’è proprio. Sparito, volatilizzato. Com’è possibile? Sono basito. Il disappunto, lo sento, mi disegna un’espressione da ciula sul viso. Poi guardo la numerazione delle pagine: dalla 126 salta alla 131! Cribbio! Dov’è finito il quartino 127-128-129-130 con tutta la sua bella scienza linguistica? Faccio una scansione con l’occhio che quasi impatta la carta: non ci sono strappi, non c’è effrazione, la legatura è sanissima.

Un’ansia a bassa intensità mi fa sudare i polpastrelli. (Mi girano anche un po’ le palle, per dirla tutta.) Penso: e se dovesse succedere ancora? E se è gia successo ancora? A quali altre parole del mio vocabolario è capitato lo stesso kafkiano destino?
Penso a tutta la fiducia riposta nello strumento, alla certezza di trovare sempre quello che cerchi, al tattile frisson di sfogliare pagine sottilissime. Penso, infine, a quel senso di tranquillità che si distende tra te e il tuo vocabolario.
Tutto è incrinato, ora, e sospeso in una nebbia padana. Io mi sento tradito, ridimensionato, menomato.
Quasi quasi… mando il post alla Zanichelli e chiedo i danni morali. (O è meglio uno sconticino sull’edizione 2006?)

1 commento:

marcella aka milo ha detto...

ah il giorno in cui non ci si potrà più fidare nemmeno dei dizionari....
(a proposito di libri, ho appena comprato La versione di Barney. Così, tanto per fartelo sapere :o)