giovedì 5 maggio 2005

Ritrovare il tempo

Due piccole mostre viste ieri pomeriggio. Al Serrone della Villa Reale (di Monza), quella dedicata agli artisti che hanno dipinto il Parco di Monza: da Erme Ripa a Emilio Borsa, da Costantino Nivola a Emilio Parma. Finita la breve mostra comincia il grande parco: il più grande parco recintato d’Europa. Forte e materno. Umile e ricco. Da percorrere come un racconto. Il Parco di Monza compie 200 anni ed il Comune lo festeggia con diversi eventi.
Da Monza a Lissone il passo è breve.
Al Museo d’Arte Contemporanea c’è Tàpies: passione per la materia. Artista catalano di Barcellona, l’ottantaduenne Antoni Tàpies è un pazzo scatenato. Un’opera esposta, per esempio, è costituita da due cumuli di terra incollati alla tela bianca enorme. Un’altra è un materasso blu arrotolato e buttato in mezzo alla sala: il materasso non è né a molle né di lana, è una scultura di metallo. Numerosi sono anche i libri illustrati con aiguafortes o litografie. Nel piano sotterraneo della recente, bella, nordica sede del Museo d’Arte Contemporanea di Lisòn c’è una zona video che trasmette un bellissimo documentario sull’artista: dura circa un’ora ed è un peccato essere incalzati dalla fretta.
Ieri è stato un pomeriggio inconsueto, dedicato all’arte ma soprattutto al tempo ritrovato. Un tempo che ti fa bene perché sottratto alla dimensione della velocità e del lavoro. Degli affanni e dei soliti loop mentali.
Poi, quando sto per uscire dal museo con gli occhi tàpiesizzati squilla il telefonino. Senz’altro è qualcuno da mandare al diavolo. Per fortuna è Willy che mi dice di aver ricevuto il pacco dei dvd: è contento, anche perché ha trovato Undertaker superfluo. Allora mi dico: che cosa puoi volere di più da un pomeriggio così, caro Marco?

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