Ieri pomeriggio sono finito all’Inferno. Non mi ci ha mandato nessuno, ci sono andato di mia volontà, con l’immancabile Giorgio. L’Inferno è stato un glorioso negozio di giocattoli monzese, punto di riferimento per alcune generazioni di bambini. Andare all’Inferno era come andare in Paradiso.
Oggi il negozio ha perso un po’ di smalto ed è profondamente (irrimediabilmente) cambiato. Il reparto giocattoli ha lasciato spazio ad un nuovo reparto abbigliamento; il reparto modellismo si sta impolverando.
Mentre curiosavo tra gli scaffali, il mio terzo occhio ha avvertito qualcosa. Una scatola verde. La sollevo.
Stupore e flash back! E’ il GiJoe. Mitico bambolo snodabile in voga negli anni ’70.
Io ne avevo due, con vestiti e accessori: uno biondo con barba e cicatrice sullo zigomo destro, e uno castano, viso pulito. Capelli e barba di pelo raso vero (non plastica). Nel quartiere ce l’avevano quasi tutti: stete, franco, cava, sergio…; e si giocava come matti, inventando sempre nuove avventure. Ricordo che gli facevamo fare anche subacquea immergendoli nelle rogge dei nostri immediati dintorni bucolici.
Sulla scatola verde c’è un logo celebrativo: il GiJoe ha compiuto 40 anni nel 2004. Con un filo di nostalgia, penso che è stato bello rivedere GiJoe. Quasi quasi chiedo allla mamma se me lo regala.
GiJoe ha un sito: http://www.gijoe.com/ C’è anche una raccolta di links.
1 commento:
il mio vicino di casa ne aveva una collezione, allegramente mescolata con una decina di bigjim e accessoriata di tutto - camper, elicottero, jeep eccetera, nel delirio consumistico di allora (non farmi pensare a quanti anni sono passati!). Be', a volte scendevo da lui a giocare portandomi dietro una skipper (la barbie no, era troppo alta, poi magari a quei maschioni gli veniva pure la soggezione). Sognavamo (lei e io) avventure in jeep, voli in elicottero, appostamenti nel camper in stile Tre Giorni del Condor... ma finivamo sempre a cucinare su quell'orrido fuoco da campo fasullo in plastica termoformata....
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