sabato 11 dicembre 2004

Così per caso, una storia


Il foglietto originale.

Ho trovato questo foglietto nei Promessi Sposi: una vecchia edizione Salani datata 1929, appartenuta a mio nonno Attilio (o forse a mia nonna Maria) e recuperata nella libreria della casa avìta di Mezzolago di Ledro. L’appunto è stato scritto dalla sorella di mio padre Luisa e riporta la notizia dell’internamento di Piero Caremi in un lager.
Attraverso le informazioni che è stata in grado di fornirmi, recuperandole a fatica dalla memoria, ho ricostruito questa storia piena di lacune.
Piero Caremi ha 18 anni ed è uno studente del liceo classico Zucchi di Monza. E’ una staffetta dei partigiani e porta comunicazioni riservate dal gruppo di Monza a quello di Milano. A causa di una soffiata, viene bloccato dai fascisti il 19 dicembre del 1944, mentre in bicicletta sta consegnando un documento. Intuendo qualcosa, Piero riesce a liberarsi del documento poco prima dell’imboscata; ma tant’è. Viene preso, malmenato e portato alla Casa del Fascio di Monza. Qui, dopo un breve interrogatorio durante il quale Piero nega tutto, subisce altre violenze. Successivamente viene tradotto, insieme ad altri sospetti partigiani, a San Vittore. Altro interrogatorio, ma senza confessione. A questo punto i fascisti lo consegnano alle SS.
Da notare che Piero non ha potuto avvertire nessuno di ciò che gli sta capitando.
Il 21 dicembre Piero si trova su un treno che lo porterà in un lager di Bolzano.
Qui rimane un paio di giorni. Poi con altre centinaia di sfortunati parte per la Slesia, destinazione campo di Bolkenhain. E’ la sera di Natale quando Piero mette piede nel lager italiener. I suoi genitori verranno avvertiti dalle autorità italiane a cose fatte, quando ormai non sarà più possibile intervenire.
Fin qui arrivano i ricordi della zia che, da allora, non ha mai più incontrato il compagno di scuola né i suoi genitori. Ciò che è successo dopo, non so. E’ stato impossibile trovare parenti o conoscenti di Piero. E non sono riuscito ad avere (sufficienti) informazioni sul Lager di Bolkenhain (che non è così tristemente famoso come quelli di Auschwitz, Buchenwald o Dachau).

Spero che Piero Caremi sia riuscito a cavarsela e godere della libertà che ha onorato e contribuito a costruire.


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